Reagire alle critiche

Reagire alle critiche: è questione di atteggiamento (mentale)

Oggi ho ricevuto delle critiche.

Durante una riunione mi è stato detto che il mio atteggiamento, la mia postura e il modo in cui stavo seduto comunicavano svogliatezza e scarsa energia. Non me l'aspettavo. Mi sono sentito attaccato e impotente.


Spesso succede che un commento rivolto a una nostra azione o al nostro lavoro non ci sia piaciuto, anzi ci abbia fatto male. Magari il tono era a nostro avviso accusatorio, o le parole a noi indirizzate ci sono parse esagerate. Quel commento ha così cominciato a risuonare nella nostra testa e a dare fastidio.


Io stesso dopo quell’episodio, arrabbiato e amareggiato, tornando a casa riflettevo.

Volevo guardare al di là di quello che, in un primo momento, mi è sembrato un attacco.

Volevo cogliere cosa c'era di buono in quella critica. 

Volevo portare alla luce il significato profondo che tale persona, con quelle parole, voleva trasmettermi.


Non è stato facile. La rabbia del momento offuscava una riflessione razionale.


Cominciando a pormi le giuste domande ho iniziato a inquadrare il discorso diversamente:

“Qual è il vero scopo della sua critica? Cosa voleva comunicarmi con quelle parole? Cosa del suo tono mi è risultato accusatorio?”

Generare il cambiamento attraverso domande efficaci

"Chi domanda comanda" afferma un detto popolare. Così, nel riflettere con noi stessi, porci alcune domande in maniera differente può influenzare il nostro punto di vista e orientare l'attenzione.


L'obiettivo è scegliere l'atteggiamento mentale più utile per guardare a ciò che ci succede, generando cambiamento in noi stessi.


Semplificando il concetto di atteggiamento mentale, potremmo definirlo essenzialmente come l’arte di farsi le domande giuste. Domande poste in maniera diversa, come ad esempio:

... possono aiutare a cambiare prospettiva e influenzare il proprio punto di vista.


Sono consapevole che, in generale, nella vita di tutti i giorni non possiamo pretendere che gli eventi esterni ci scivolino addosso, senza impatti su ciò che sentiamo e facciamo. Ritengo però utile coltivare la capacità di guardare a qualsiasi evento da un'altra prospettiva, ponendoci quesiti efficaci e cercando di individuare nella difficoltà un'occasione di crescita e miglioramento.


"La vita non è quella che dovrebbe essere. 

La vita è quella che è. 

È come tu l'affronti che fa la differenza." 

[Virginia Satir]

Orientare il focus dei propri pensieri

L'atteggiamento mentale è principalmente influenzato da quello che è chiamato "focus mentale", ossia dove concentriamo i nostri pensieri.


Il focus mentale è regolato dal SAR (Sistema Attivatore Reticolare), un fascio di neuroni localizzato nel tronco dell’encefalo che si articola lungo diverse aree del nostro cervello, il quale agisce da filtro e decide quali informazioni sono importanti e quali no.


Il focus mentale funziona dunque in maniera simile al fuoco di una fotocamera: quando mettiamo a fuoco un soggetto in primo piano nella nostra inquadratura, lo sfondo in secondo piano si sfoca e perde importanza. Allo stesso modo, quando il cervello si focalizza su un determinato pensiero lo porta in primo piano e non pensa più al resto. Come potrete dedurre, tale meccanismo può rivelarsi controproducente se il focus è mal regolato.


Per imparare dunque a essere efficaci con il nostro focus mentale è importante capire, nelle diverse situazioni, quali sono le domande più utili per orientarlo. Ce ne sono alcune di più efficaci, ovvero proiettate verso la valutazione di possibili risoluzioni future, come ad esempio: 



... e di meno utili, le quali il più delle volte iniziano con la parola “perché". In questo senso, gli interrogativi finalizzati a ricercare la ragione delle cose proiettano il pensiero verso una dimensione passata, alla ricerca delle cause e non delle possibili soluzioni.

Una critica dal nuovo sapore

Un evento ci evoca specifiche sensazioni ed emozioni a seconda del punto dal quale lo guardiamo. Data una situazione spiacevole, ponendosi le domande giuste, possiamo cambiare prospettiva per modificare il nostro atteggiamento mentale.


“Quando cambi come pensi, 

cambia ciò che senti, 

e di conseguenza quello che puoi fare” 

[Richard Bandler]


Rispetto all'esempio della critica ricevuta che ho riportato all'inizio dell'articolo, ho avuto modo di mettere a fuoco la possibile bontà nascosta nel gesto. Ponendomi alcune domande, ho potuto orientare il mio focus mentale, staccandomi dalla convinzione che fosse un commento fine a sé stesso e ragionando sui possibili risvolti positivi che mi avrebbe portato interpretare l’accaduto diversamente.


"Forse ci teneva a farmi notare qualcosa a cui prestare attenzione le prossime volte".

"Magari voleva fornirmi uno spunto di miglioramento che, dalla sua esperienza, reputa importante in ambito professionale"


Gli strumenti per essere ricettivi di fronte alle critiche esistono: la chiave sta nel mettersi nella condizione mentale migliore per accogliere tali commenti in modo aperto, senza respingerli a priori, ragionando piuttosto su quanto possiamo trarre da ciò che ci è stato detto per migliorarci.


Matteo Cattapan




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